venerdì 15 novembre 2013

Imparare Velocemente Una Poesia

La memoria è una capacità che ha il nostro cervello di conservare tutto cio’ che apprendiamo attraverso i cinque sensi. Essa è molto importante perchè aiuta a vivere ed a comportarsi con gli altri individui. Per avere una buona memoria bisogna innanzitutto lavorare su se stessi, sulla propria psiche cioè essere coerenti con se stessi ed avere molta volontà di fissare nella propria mente cio’ che si vuole. La volontà dunque è sempre la prima cosa senza di essa si è pigri e non ci si muove in nessun ambito. Per memorizzare ci sono varie tecniche. Una di esse ad esempio puo’ essere quella dell’ associazione, cioè associare una parola difficile da memorizzare ad altre più semplici oppure se si ha una buona memoria visiva, scrivere ed evidenziare cio’ che si vuole memorizzare, in questo modo tutto risulterà più semplice. 




Memorizzare una poesia (soprattutto se essa è scritta in rima) da una parte risulta più semplice (proprio perchè la mente associa più velocemente le parole che hanno le stesse terminazioni), dall’ altra però comunque è difficile perchè il linguaggio poetico è formato da parole che non usiamo tutti i giorni e molto spesso sono parole che conosciamo ma scritte in modo diverso, e piu difficili quindi da memorizzare. Per allenare la memoria è importante utilizzarla sempre anche in situazioni quotidiane comuni ad esempio cercare di memorizzare i numeri di cellulare degli amici oppure ricordare tutti i minimi particolari su una squadra se si vuole scommettere su di essa. Un altro fattore molto importante per mantenere attivo sempre tutto il nostro organismo ed aumentare la capacità di memorizzare è fare sport. Recentemente è stato scoperto che con lo sport aumentano i neuroni presenti nel nostro cervello e questo è importantissimo. Anche essere rilassati facendo Yoga aiuta il nostro corpo e lo alontana dallo stress e non avere pensieri puo’ essere utile ad ascoltare e memorizzare. Un altra cosa fondamentale è quella di non usare alcool, droga e stupefacenti in generale perchè in questo modo distruggeremo tutte le capacità mnemoniche del nostro cervello e non sapremo neanche più qual’ è il nostro nome e dove ci troviamo. E’ importante dunque seguire i consigli delle persone che hanno maggior esperienza per tenere alla larga tutto ciò che c’ è di negativo cercando di concentrarsi solo sulle cose positive ed aumentando notevolmente giorno dopo giorno le nostre capacità. Chi possiede la memoria dunque, possiede una carta in più ed in ogni occasione deve sfruttarla come meglio crede ed ottenere i benefici da quelli che sono stati per lui molti anni di studio o di allenamento. Un’ altra cosa che risulta importante è avere fiducia in se stessi, nelle proprie capacità mnemoniche perchè se questo non avviene abbiamo già perso prima che la partita è iniziata.

mercoledì 6 novembre 2013

Voglio Imparare a Scuola

Perché tanta gente va a scuola e non studia? Cosa ci va a fare? E’ forse un circolo ricreativo? Un punto di raduno con gli amici? Se non vuoi studiare, perché vai a scuola? E’ come se vai in discoteca e poi non vuoi ballare. E’ come se vai ad un concerto di una band che ti fa schifo. E’ come se vai dal dottore senza stare male. Ho reso l’idea? Perché vai a scuola?Perché ti obbligano? Non è una scusa, non è scuola dell’obbligo.




Devi metterti in testa che vai a scuola perchè vuoi imparare qualcosa.Devi capire che più anni stai lì senza fare niente, più anni della tua vita butterai via senza motivo? Quelli non te li ridarà indietro nessuno. Quindi è importante che prendi una decisione: cosa vuoi fare della tua vita?  Ricorda che sei tu l’artefice del tuo destino.


Decidi quindi cosa vuoi fare della tua vita. Pensa al futuro, decidi quelli che sono i tuoi obbiettivi e fai di tutto per raggiungerli. Non sei certo obbligato a prendere un diploma per andare avanti nella vita, ci sono molte persone che ce l'hanno fatta anche senza. Avere un diploma comunque ti mette in una posizione di vantaggio rispetto a chi non ce l'ha.
 Se quindi prendere il diploma è uno dei tuoi obbiettivi, impegnati al massimo per raggiungerlo. Non andare a scuola tanto per andarci. Se vuoi imparare qualcosa devi impegnarti sia a scuola che nello studio a casa.


Socrate diceva che il modo migliore per iniziare un ricerca è  “Sapere di non Sapere”. Non potrai mai sapere tutto, potrai sempre conoscere di più, ma la tua sete di conoscenza non dovra mai esaurirsi.
E' sicuramente un percorso lungo, fatto di lavoro ed impegno, ma se ti darai da fare le soddisfazioni non mancheranno. 
Sappi che lo puoi raggiungere benissimo, devi solo volerlo. Certo non esiste la formula magica per imparare senza studiare, devi impegnarti.
Esiste però il giusto metodo di studio che se applicato ti potrà portare ad ottenere ottimi risultati.
Nell' ebook Primo della Classe potrai trovare trucchi, segreti e strategie che ti aiuteranno ad applicare questo metodo. Studiali e soprattutto mettili in pratica e passo dopo passo ti porteranno ad essere sempre pronto per ogni interrogazione o esame.

giovedì 31 ottobre 2013

Imparare Tabelline

Imparare Tabelline
Per imparare prima le tabelline, è utile tenere a mente questi trucchetti:
  • Per la proprietà commutativa della moltiplicazione, se si inverte l’ordine dei fattori il risultato non cambia. In parole semplici, non ha importanza l’ordine in cui vengono moltiplicati i numeri: 3 X 4 è uguale a 4 X 3, 7 X 8 è uguale a 8 X 6. Ciò permette di risparmiare memoria, perché puoi imparare una sola coppia a tua scelta. In questo modo riduci di metà le informazioni da imparare a memoria.
  • Qualsiasi numero moltiplicato per 0 dà sempre 0: 0 X (numero) = 0.
  • Qualsiasi numero moltiplicato per 1 dà sempre il numero stesso: 1 X (numero) = numero.

  • Moltiplicare per 10 è molto facile perché basta aggiungere uno 0 al numero: 10 X (numero) = numero con 0 alla fine. Esempio: 10 X 4 = 40 (quattro con 0 alla fine); 6 X 10 = 60 (sei con 0 alla fine).
  • La tabellina del 9 in sequenza è molto semplice da imparare, basta ricordare che le decine aumentano sempre di uno, mentre le unità diminuiscono sempre di uno: 
    9

    18
    27
    36
    45 (ecc.)
    Come si vede, le unità (colonna di destra) diminuiscono sempre di uno (9, 8, 7, 6, 5, ecc.) mentre le decine aumentano sempre di 1 (1, 2, 3, 4, ecc.).
  • Le rime aiutano: 5 x 5 = 25, 7 x 5 = 35,  6 x 6 = 36, 6 x 8 = 48 (asino cotto!).

martedì 29 ottobre 2013

Imparare a Imparare

La fine della scuola rappresenta un momento di bilanci: genitori, insegnanti e figli si interrogano sull’andamento dell’anno, sulle difficoltà riscontrate, sulle competenze.
Davanti alle valutazioni finali degli insegnanti, una domanda frequente riguarda l’abilità di studio: “mio figlio sa studiare?”, “è motivato a farlo?”, “come aiutarlo ad imparare ad <imparare>?”.

Le abilità di studio e la differenza tra apprendimento incidentale e intenzionale

Una distinzione classica della psicologia è quella fra apprendimento incidentale a apprendimento intenzionale. Si ha un apprendimento incidentale quando si è esposti a determinate esperienze dove l’obiettivo principale non è generare apprendimento (es. si guarda un film o un documentario su di un argomento che poi si ricorda). Si ha un apprendimento intenzionale quando, intenzionalmente, ci si impegna per imparare cose che non si conoscono.
In alcuni casi l’apprendimento incidentale è funzionale e alcune volte porta a risultati migliori di quello intenzionale; questo perché è automotivante, basato sull’interesse. I suoi effetti non sono però né rapidi, né solidi e non consentono di rispondere a richieste esplicite.
La scuola impegna gli studenti in sforzi di apprendimento intenzionale più o meno intensi per rispondere ai propri obiettivi curriculari. L’impegno intenzionale richiede molto spesso un carico di risorse cognitive elevato, l’utilizzo di abilità specifiche di strumento e complesse, memoria e attenzione e soprattutto motivazione e disponibilità emotiva. È così frequente riscontrare noia, distrazione, lentezza, ritardi, stanchezza, scarsa capacità di dosare i tempi, cattiva assimilazione dei contenuti, ecc.

Il punto critico: metodo e motivazione

I “cattivi studenti” sembrano avere difficoltà in due ambiti:
  • possiedono poche conoscenze e strategie che compongono il metodo di studio; 
  • hanno minor motivazione.
In particolare, possiedono poche conoscenze rispetto al proprio atteggiamento di fronte al compito, sono poco consapevoli di come funziona la propria mente e del fatto che il processo di studio possa essere analizzato, controllato e modificato. Hanno poi scarse conoscenze specifiche riguardo al modo in cui si studia, cioè all’esistenza ed uso di strategia appropriate ad una data richiesta. Un esempio, si studia organizzando i tempi, limitando i fattori di distrazione (tv, musica), costruendo scalette delle attività, sottolineando le informazioni più importanti, costruendo schemi e mappe, …
I “cattivi studenti”, infine, possiedono scarse strategie di controllo, ovvero operazioni attraverso cui lo studente possa controllare l’esecuzione del proprio compito e il suo esito. Ad esempio, capire il compito, valutarne la difficoltà, stimare le proprie abilità e risorse, definire gli obiettivi, scegliere le strategie più utili, …
Un ulteriore punto critico è rappresentato dalla motivazione allo studio. In tutte le teorie dell’apprendimento la motivazione è stata considerata una dimensione fondamentale di un apprendimento profondo e duraturo. La motivazione può essere intrinseca, e quindi riguardare le risorse e gli interessi propri del ragazzo, oppure estrinseca, cioè imposta dall’esterno. Stimolare nello studente una motivazione intrinseca, anche mediante lo stimolare la ricerca di elementi di interesse in attività poco motivanti, rappresenta un punto cruciale per il successo nello studio. 

Alcune informazioni sul metodo di studio

La letteratura possiede un corpus ampio di studi sui processi di studio. Un particolare aspetto, che si è dimostrato di peso rilevante, è il rapporto fra studio e aspetti metacognitivi e motivazionali.
Schneider e Pressley (1989) individuano sei capacità di elaborare le informazioni che sono strettamente legate allo studio:
  1. L’elaborazione attiva, ovvero la capacità di trasformare le informazioni del testo in informazioni “personali”
  2. La memoria di lavoro, magazzino di memoria che consente di mantenere attive le informazioni utili da organizzare
  3. Elaborazione coerente e sistematica, che consente di cercare di recuperare le informazioni memorizzate tenendo conto delle modalità attraverso cui si erano studiate
  4. Strategie di studio e creazione di nuove strategie
  5. Scelta della giusta strategia in base al materiale da studiare
  6. Controllo del processo di studio
Di fatto, possedere queste abilità non basta. Ricerche hanno dimostrato che anche i “pessimi studenti” alcune volte utilizzano queste competenze o ne sanno riconoscere l’utilità.
Per fare un “buon studente” alle conoscenze e strategie “cognitive” occorre aggiungere una motivazione intrinseca, ovvero la motivazione personale e non esterna a imparare cose nuove, un atteggiamento positivo, cioè aspettative coerenti circa le proprie abilità e la possibilità di riuscita, l’assenza di altri fattori intervenienti, come difficoltà attentive, disturbo dell’apprendimento o difficoltà emotive e relazionali contingenti.

sabato 26 ottobre 2013

Libri Scuola

Libri Scuola sempre piu' Cari

Il ministro Maria Chiara Carrozza lo ha annunciato su Twitter: “Abbiamo deciso di non emanare il decreto sulla rimodulazione dei tetti di spesa sui libri di testo scolastici all’inflazione”. Che significa: nessun aumento del limite entro cui devono rientrare tutti i volumi obbligatori (non quelli ‘consigliati’, però) da acquistare per l’anno scolastico. Un provvedimento importante, che è stato accolto con soddisfazione anche dal movimento studentesco Studicentro: ”E’ una scelta che condividiamo e che va nella giusta direzione”.

Eppure, i costi per l’educazione continuano a salire. I docenti per stilare gli elenchi attuali si sono riuniti a maggio, e lo hanno fatto in base ai tetti dell’anno scorso (poi confermati). In conto, però, hanno messo un aumento pari al tasso di inflazione programmata (1,5%), per “salvaguardare idiritti patrimoniale dell’autore e dell’editore” (come recita il decreto ministeriale del 2 luglio). “Peccato che gli stipendi degli statali siano bloccati ormai da tre anni”, commenta Rosalba Di Placido, responsabile nazionale Scuola del Codacons. 
Così l’aumento c’è stato, anche superiore alle aspettative. Secondo Federconsumatori, nel 2013 mediamente per libri e dizionari si spenderanno 521,00 euro per ogni ragazzo, il 2,8% in più rispetto allo scorso anno. Per alcune classi, però – specifica la nota -, gli aumenti sono più marcati, e raggiungono anche il 5-6%. E’ quanto si riscontra anche con una prova empirica: basta confrontare gli elenchi dei libri di testo appena pubblicati con quelli dell’anno scorso, prendendo a campione classi e scuole diverse in giro per l’Italia. Per quel che riguarda l’istruzione secondaria, confrontando tre licei classici, scientifici e tecnici a Milano, Roma e Palermo si scopre un incremento medio di circa 13 euro, equivalente al 4,5%. La situazione non cambia per l’istruzione secondaria di primo grado: qui in tre scuole medie fra Bologna, Firenze e Bari l’aumento medio risulta essere di 8,50 euro (ovvero del 5,5%). Dati in linea anche con le stime fornite dal Codacons, che parla di un incremento medio del 5% per i libri. E conclude: “Purtroppo non ci si può far nulla”.
In realtà, la legge prevede che la delibera collegiale sulla dotazione libraria sia soggetta a successivo controllo amministrativo: se l’elenco sfora il tetto previsto ci si può appellare airevisori dei conti. Ma è consentita una ‘tolleranza’ del 10%. Dunque il ricorso è utile solo nei casi più eclatanti (“abbiamo ricevuto qualche segnalazione dal nord Italia di aumenti anche del 40%”, fa sapere il Codacons); ma “non per tutti questi incrementi diffusi, minori in termini di percentuale ma ugualmente incidenti“.
Poi ci sono i costi accessoriAnche qui Federconsumatori ha fatto i conti: quest’anno il ‘corredo‘ scolastico costerà il 2,4% in più, passando in media da 488 a 499,50 euro. Ad aumentare sono soprattutto astucci, diari e zaini di marca, il cui prezzo sale anche del 4% nei supermercati (che però si mantengono comunque più competitivi rispetto alle cartolerie).   
Per il 2013/2014, dunque, il prezzo dell’educazione si annunciano più cari. Ma il peggio deve ancora venire. E’ noto, infatti, che – al di là di tetti e prezzi di copertina -, il segreto per ridurre le spese è ricorrere ai libri usati, magari da passarsi di fratello in fratello, o da acquistare presso gli appositi ‘mercatini’. In questo senso, si è rivelata molto utile una norma varata dall’ex ministro Gelmini, che – con l’articolo 5 del dl 137/2008, poi trasformato in legge – sanciva l’obbligo di adottare libri che mantengono invariato il proprio contenuto per 5 anni.
Questo vincolo, però, è stato eliminato dalla legge 221/2012 del governo Monti: il provvedimento rientrava nell’ottica dell’introduzione dei testi digitali nel 2014/2015, e che avrebbe dovuto garantire un risparmio notevole (fino al 30%). Il Ministro Carrozza, però, ha bloccato tutto: le scuole non sono pronte, non se ne parlerà prima del 2015/2016. Ma intanto la norma sullo ‘sbloccamento’ dei libri di testo resta: entrerà in vigore il primo settembre (almeno per quest’anno, dunque, il rischio è scongiurato). E sarà “un enorme favore agli editori, che potranno cambiare i loro testi, e – con modifiche anche piccole e poco significative – alzare ulteriormente i prezzi e soprattutto costringere all’acquisto di volumi originali. Così il mercato dell’usato verrà praticamente azzerato“, conclude Di Placido. 
La vera stangata per le famiglie italiane, insomma, sarà questa. Salvo nuovi interventi da parte delMinistero: nelle prossime settimane il decreto sulla scuola dovrebbe finalmente arrivare in Consiglio dei ministri (si parla del 9 settembre). E nel testo si dovrebbe parlare anche di libri di testo e digitale. 
Libri Scuola

lunedì 21 ottobre 2013

Educazione Scuola

Educazione Scuola

Il rispetto delle regole e'difficile?!
Prende il via la conversazione, piano, piano i bambini tirano fuori le loro difficoltà, vediamo quali sono le regole e perché rispettarle.
Conversazione, discussione e proposte:scriviamo le nostre regole per un comportamento adeguato a scuola e fuori.
E' balenata subito la necessità e l'importanza del rispetto per se stessi e per l'altro.
I bambini ritengono opportuno scrivere, su apposito quaderno, le regole d'oro. E se le regole non si rispettano?



Partiamo dall'aspetto positivo: cosa succede a chi le rispetta?
Un premio?! Si, una nota di merito, da mandare ai genitori, dove si esalta l'autocontrollo del bambino e si elogia il comportamento.
E le sanzioni per il non rispetto delle regole?
Le proposte dei bambini sono state molto severe, forse non rendendosi conto della durezza delle punizioni.
Allora, dopo ampia discussione i bambini hanno concordato per "la panchina", come dei veri giocatori di calcio (tutti sono appassionati).
Dopo un mese, il 31 ottobre, la giornata del resoconto?!
I bambini ansiosi si preparano in cerchio - nel "cerchio magico" - uno alla volta leggono sul quaderno "le panchine" e non.
Naturalmente diamo ampio spazio alle note di merito, rafforzando l'entusiasmo dei bambini, gli altri sono delusi ma vengono incoraggiati, stimolati e con una stretta di mano prendono l'impegno a mettercela tutta, affinché possano godere di una nota di merito anche loro il mese successivo.
Come fare con i bambini che hanno più difficoltà?
Prevenzione! Fare in modo che non accada, intervenire prima sollecitando, incoraggiando e ricordando. Giorno dopo giorno. 
I risultati? Lenti, ma ci sono.
Cosa è indispensabile? La coerenza con i bambini e la condivisione con le colleghe.
Tutto qui, ma bisogna "investire" del tempo e decidere che questo tempo, il tempo del "cerchio magico", è utile a ognuno di loro e anche a noi docenti, per ascoltarli sul serio, per metterli al centro della nostra attenzione, per renderli protagonisti delle decisioni, per aiutarli a rendersi consapevoli, ad esempio, che la regola serve per vivere meglio insieme e che se uno non la rispetta va "fuori dal gioco" e perde qualcosa. In questo caso va "in panchina" e perde "la nota di merito" che sta diventando ...ambita da tutti!

giovedì 17 ottobre 2013

Poca Memoria

Poca Memoria

Una nuova ricerca condotta nel Regno Unito ha scoperto che la spiegazione del ritardo nell'apprendimento a scuola di alcuni bambini è una scarsa memoria a breve termine e non una scarsa intelligenza, i ricercatori coinvolti in questo studio sostengono di aver sviluppato il primo strumento al mondo per valutare direttamente in classe la capacità di memoria, allo scopo di aiutare gli insegnanti ad adattare il loro approccio educativo.
La memoria a breve termine è la capacità di immagazzinare nella mente informazioni in modo temporaneo. Noi usiamo questo tipo di memoria ogni giorno quando dobbiamo ricordare un codice pin o quando seguiamo una ricetta ma non stiamo più guardando la pagina del libro di ricette. Anche i bambini a scuola usano questo tipo di memoria quando scrivono le istruzioni dei loro insegnanti.
'La memoria a breve termine è un po' come un quaderno per gli appunti mentale e la sua qualità in una persona può o facilitare il suo cammino verso l'apprendimento o ostacolarlo in modo grave,' dice la dott.ssa Tracy Alloway dalla School of Education dell'università di Durham, che ha guidato la ricerca.

Esaminando 3000 bambini nelle scuole, i ricercatori hanno scoperto che il 10% dei bambini presentavano una scarsa memoria a breve termine, che causava gravi problemi al loro rendimento scolastico. In molti casi i ricercatori hanno osservato che gli insegnanti erroneamente credevano che questi bambini avessero una bassa soglia di attenzione o una scarsa intelligenza.
'In base ai diversi studi su vasta scala che abbiamo condotto, riteniamo che il solo modo in cui i bambini con una scarsa memoria a breve termine possono ottenere dei successi nello studio è quello di insegnare loro come apprendere nonostante la loro minore capacità di immagazzinare mentalmente informazioni,' dice la dott.ssa Alloway.
'Attualmente, i bambini non vengono identificati e valutati per la memoria a breve termine nell'ambito della classe. Un'identificazione precoce di questi bambini rappresenterebbe un grande passo in avanti nell'affrontare il problema delle difficoltà di apprendimento. Significherà che gli insegnanti possono adattare i loro metodi per aiutare l'apprendimento dei bambini prima che questi rimangano troppo indietro rispetto ai loro compagni,' ha aggiunto.
Grazie all'uso dello strumento sviluppato durante questo studio, sarà ora possibile l'identificazione dei bambini a partire dai quattro anni d'età , dice la dott.ssa Alloway. Lo strumento comprende la lista di controllo di un sistema di valutazione della memoria a breve termine (WMRS), che aiuta gli insegnanti a individuare i bambini che potrebbero avere un problema senza sottoporli a nessun test. Se un bambino spunta molte delle caselle sulla lista, l'insegnante può allora sottoporre il bambino a una valutazione automatizzata della memoria a breve termine (AWMA) da effettuare al computer.
Oltre a valutare le prestazioni dei bambini, lo strumento fornisce anche suggerimenti su come gli insegnanti possono gestire i bambini con scarsa memoria a breve termine in modo da non farli rimanere indietro. Tra i suggerimenti c'è la ripetizione delle istruzioni, l'uso di strutture sintattiche semplici e la frammentazione dei compiti in blocchi di informazioni più piccoli e quindi più gestibili.
Lo strumento è stato messo alla prova in 35 scuole in tutto il Regno Unito ed è stato tradotto in 10 altre lingue. Secondo chi lo ha utilizzato, lo strumento sta già facendo una differenza significativa. 'Stiamo già iniziando a vedere i bambini sotto una luce diversa poiché sappiamo di più sulle difficoltà che quelli con una minore memoria a breve termine devono affrontare,' ha detto Chris Evans, capo degli insegnanti in una delle scuole i cui docenti stanno venendo istruiti nell'uso dello strumento. 'Abbiamo capito che non sono sognatori, poco attenti o con scarsi risultati, ma semplicemente bambini che hanno bisogno di un approccio diverso. Riteniamo che questi nuovi metodi di apprendimento possono aiutare sia gli insegnanti che i bambini a portare a termine con successo il proprio lavoro.
Poca Memoria